Sono tutt’altro che desolate, le periferie di Roma. Nei giorni in cui i quartieri lontani dal centro storico vengono dipinti come far west in cui italiani e stranieri esasperati arrivano alla resa dei conti, in quegli stessi luoghi si affollano interessi e ragioni di vario tipo. Si ammassano fino a rendere difficile decifrarne il senso e venirne a capo. Così, la doppia aggressione di un gruppo di migranti a due autiste del bus notturno, e il conseguente raid di alcuni italiani contro lo straniero, vengono derubricate alla voce ”scontro di civiltà”. Allo stesso modo, le tensioni che agitano Torpignattara, quartiere popolare e multietnico a una manciata di chilometri dalla stazione Termini, dove nel giro di una settimana due omicidi hanno portato la gente a manifestare per strada.
Per districare la matassa conviene partire dai fatti. Nella notte tra domenica e lunedì è avvenuta la seconda aggressione nel giro di ventiquattrore ad un’autista dell’atac. Dopo Elisa D.B., 33enne alla guida dell’autobus di linea 042, attorniata da un gruppo di migranti che hanno preso a sassate e a colpi di bottiglie minacciandola, la sera prima, è stato il turno di Federica G., conducente del 508, che fortunatamente non avuto bisogno di recarsi in ospedale come la collega. Le due aggressioni hanno scatenato la rabbia di un centinaio di abitanti del quartiere, che dopo la seconda aggressione sono scesi in piazza, bloccando la strada e picchiando alcuni migranti che stavano rincasando. Tra i cittadini qualcuno pronuncia davanti ai giornali: «Le istituzioni sono assenti e noi qui i neri non li vogliamo». I neri a cui fanno riferimento sono i richiedenti asilo ospiti di un centro di accoglienza nella vicina via Novafeltria, aperto da pochi giorni.
La destra grida all’invasione dei migranti, ma basta parlare con Danilo Proietti, presidente del comitato di quartiere Giardini di Corcolle, per avere un quadro molto diverso: «Il nostro è un quartiere tranquillo, non c’è mai stata un’emergenza immigrati e non c’è neanche ora. Pare quell’aggressione sia dovuta al fatto che in più di un’occasione, magari a ora tarda, gli autobus siano passati senza aprire le porte ai migranti». Per Proietti, che insieme al comitato ha reso pubblico un comunicato in cui condannavano qualsiasi episodio di violenza ai danni dei migranti, il vero problema del quartiere è l’abbandono delle istituzioni: «Periodicamente Corcolle si allaga perché non c’è un impianto di raccolta delle acque chiare. Non arriva l’Adsl e per quanto riguarda i trasporti, ci sono solo due linee che passano mediamente ogni 25 minuti. Per andare a lavorare – continua – ci si alza alle 5, e per arrivare in centro ci vuole un’ora e mezza».
Sono sconosciute le ragioni dell’aggressione dei migranti, ma non è irragionevole pensare che siano figlie della stessa esasperazione. «in ogni caso, il centro di accoglienza è aperto da una settimana e non ha mai dato problemi», taglia corto Proietti, che aggiunge: «Marino ha incontrato le autiste aggredite, ma qui non è venuto». Il nervosismo è tanto. Così come in una periferia più vicina al centro, ma forse ancora più problematica. Torpignattara, stretta tra Casilina e Prenestina, se fosse un Comune sarebbe la città a più alta densità d’Europa. Circa cinquantamila abitanti, di cui molti di etnie straniere: cinesi e bengalesi su tutti. Di fronte alle risse a bottigliate in via della Marranella, anche il fiore all’occhiello del quartiere, la scuola Pisacane, esempio di integrazione, diviene obiettivo di alcuni abitanti vocianti alle assemblee di quartiere. Gli incontri sono iniziati alcune settimane fa, dopo mesi di malumori per il degrado crescente del quartiere e dopo due omicidi ravvicinati, quelli di Dumitrus Pradais, rumeno, accoltellato al parco di domenica, in pieno giorno, e quello del pakistano Khan Muhamad Shanzad, ucciso da un 17enne italiano per uno sputo ricevuto.
Torpignattara, come il confinante Pigneto, vede negli ultimi anni il dilagare dello spaccio di stupefacenti per le strade, cartina di tornasole della presenza della criminalità organizza nel territorio. Presenza di fronte alla quale gli abitanti di Roma Est lamentano l’assenza dell’amministrazione. Le assemblee spontanee di Pigneto e Torpignattara tentano di occupare gli spazi con incontro e occasioni di socialità, ma la tensione cresce e le buone maniere rischiano di finire in un vicolo cieco.
Lorenzo Misuraca su Il Garantista del 24.09.2014