Modulo 1 | Roma Est si racconta
Indagine partecipata sul territorio tra legalità, migrazione e inclusione
Prima fase del progetto nato da un’idea del Liceo Scientifico Teresa Gullace di Roma che stiamo realizzando in collaborazione con l’associazione ArtedelContatto, nell’ambito del programma Per chi crea (2019-2020) promosso da MIBACT e SIAE.
Le produzioni cinematografiche da sempre creano immaginari collettivi, generano fenomeni culturali che determinano lo sviluppo della società. Per gli storici e gli studiosi della contemporaneità il cinema è quella fonte di studio e di analisi imprescindibile per la comprensione della società moderna: agenti di storia, strumenti per il racconto dei fatti storici, fonti perla conoscenza storica.
Cosa vuol dire analizzare i fenomeni mafiosi e migratori attraverso un percorso cinematografico?
Non semplicemente raccontare la storia delle mafie italiane secondo il medium cinema. Qualcosa di più. Qualcosa di necessario e di doveroso in un presente che appare illeggibile e soffocato in uno stato di eternità assoluta, sciolta e senza vincoli da legami con il passato.
L’obiettivo è dare alla luce un percorso che permetta di cogliere il rapporto tra la produzione culturale italiana e la storia dei fenomeni mafiosi e i fenomeni migratori, gusti del pubblico rispetto alle opere cinematografiche che li hanno messi in scena, le psicologie dei criminali che naturalmente mutuano i loro comportamenti e i loro immaginari secondo le proprie fruizioni culturali.
Novembre 2019
“Tatanka” è il film scelto per la prima delle quattro proiezioni dedicate e finalizzate a sensibilizzare i giovani partecipanti sui temi oggetto del progetto. Alla visione del film è seguito l’incontro con il regista Giuseppe Gagliardi
Gennaio 2020
Si svolgeranno nella seconda settimana di gennaio (8, 9 e 10) le altre tre proiezioni volte ad approfondire le tematiche del progetto con i ragazzi.
PROGRAMMA
Napoli, Rione Traiano. Nell’estate del 2014 un ragazzo di sedici anni, Davide, muore, colpito durante un inseguimento dal carabiniere che lo ha scambiato per un latitante. Davide non aveva mai avuto alcun problema con la giustizia. Come tanti adolescenti, cresciuti in quartieri difficili, aveva lasciato la scuola e sognava di diventare calciatore. Anche Alessandro e Pietro hanno 16 anni e vivono nel Rione Traiano. Sono amici fraterni, diversissimi e complementari, abitano a pochi metri di distanza, uno di fronte all’altro, separati da Viale Traiano, dove fu ucciso Davide.