Officina Lara Facondi 2023: aperte le iscrizioni
Una scuola di pensiero e scrittura rivolta a 10 studentesse e studenti dai 18 ai 25 anni che prevede tre giornate di lavoro che si svolgeranno il 25, 26 e 27 settembre ad ÀP nell’ambito della nona edizione del festival di daSud “Restart” e con tre docenti d’eccezione: Francesco Spiedo, Stefania N'Kombo José Teresa e Jennifer Guerra.
Sono aperte le iscrizioni per la terza edizione dell’Officina Lara Facondi, scuola di pensiero e di scrittura che si propone di fornire a dieci ragazze e ragazzi dai 18 ai 25 anni spazio e tempo per riflettere sulla violenza della lingua e sulla delicatezza dell’ascolto attraverso un percorso di formazione a un uso consapevole delle parole e della scrittura.
Il progetto prevede tre giornate di lavoro che si svolgeranno il 25, 26 e 27 settembre ad ÀP nell’ambito della nona edizione del festival di daSud “Restart”. Le lezioni, teoriche e pratiche, saranno tenute da tre docenti d’eccezione: Francesco Spiedo, scrittore e co-fondatore di Itaca Colonia Creativa, Stefania N’Kombo José Teresa, storica della Filosofia e formatrice di How To Start Seeing Colours, e Jennifer Guerra, scrittrice e giornalista.
L’Officina è dedicata alla giornalista, attivista e compagna di viaggio dell’associazione daSud e di ÀP Lara Facondi, scomparsa prematuramente nel gennaio del 2021. Nel 2018 la malattia sotto forma di un cancro è entrata nella vita di Lara, costringendola a misurarsi con l’immagine della malata nella quale però non si riconosceva. Scriveva nel suo articolo Di cancro, guerrieri e mostri da combattere: “L’ironia è invece l’elemento che spesso manca nella narrazione del cancro. Se ne parla, quando se ne parla, spesso a voce bassa, con tono cupo. Si raffigura con uomini e donne senza capelli, il volto emaciato e gli occhi spenti, quasi sempre in un letto d’ospedale. Per carità c’è anche quello, ma sbagliato ridurre tutto a ciò che è una fase”.
Non è solo la malattia a porci di fronte alla necessità di guardare oltre lo stereotipo. Basti guardare al modo in cui i media o la politica affrontano temi come le migrazioni, le questioni sociali, la povertà e le disuguaglianze, le questioni di genere, l’antimafia. Lara sapeva benissimo che tutto si giocava nella lingua e nel modo in cui ci si rappresenta. Non sempre però si hanno gli strumenti necessari per leggere le situazioni in maniera diversa da quella stereotipata, ecco perché di un’officina in cui dare spazio e soprattutto tempo alla riflessione su sé stessi, e sugli stereotipi in cui ci imbattiamo e che introiettiamo, per provare a imparare a servirsi del linguaggio in maniera consapevole. Usare parole chiare ma non definitive. Trovare il termine preciso, ma non rimanere incastrati nella gabbia della precisione che esclude tutte le altre sfumature. Riflettere sulla violenza della lingua e sulla delicatezza dell’ascolto. Sono questi i ferri del mestiere che accompagneranno le partecipanti e i partecipanti, con l’obiettivo di provare almeno per qualche giorno a immaginarsi come si è davvero.