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Campagne e proposte
Nell’ambito delle attività per un’antimafia delle opportunità e come prerequisito dell’agire pubblico, daSud ha elaborato una serie di proposte politiche e campagne per la buona governance dei territori e per la promozione dei diritti.
Proposte
Il protocollo “Roma Senza Mafie” (2021)
Il primo protocollo comunale, con dieci punti concreti e verificabili, scritto da Associazione daSud e Avviso Pubblico in occasione delle elezioni amministrative del Comune di Roma del 2021, per un impegno concreto della futura amministrazione capitolina a prevenire e contrastare la presenza e il radicamento delle mafie nella città di Roma. Dieci i punti individuati nel protocollo a partire da alcune macro aree strategiche per il futuro della Capitale. Tra queste: inchiesta e vigilanza, gestione degli appalti e dei contratti pubblici, strategie contro la corruzione, valorizzazione dei beni confiscati, contrasto del gioco d’azzardo e della dispersione scolastica, educazione alla legalità e promozione della responsabilità civica. Il protocollo è stato sottoscritto dai principali candidati e candidate – tra cui il sindaco eletto, Roberto Gualtieri – il 25 settembre 2021.
#1oradamore nelle scuole contro la violenza di genere e l’omofobia (2013)
Non solo letteratura, storia e matematica. Oggi più che mai gli adolescenti italiani avrebbero bisogno anche di #1oradamore. Di questi tempi l’introduzione dell’educazione sentimentale nelle scuole è un tema molto dibattuto tra l’opinione pubblica. Pochi però sanno che una proposta di legge, presentata dalla deputata, ex portavoce daSud, Celeste Costantino (ex SEL e SI, ora LeU), giace da mesi alla Camera (qui il testo: http://bit.ly/educazione-sentimentale). L’associazione antimafie daSud ha deciso di rilanciarla avviando la campagna #1oradamore: una petizione online (www.change.org/1oradamore) che ha avuto tra i primi firmatari su Change.org i giornalisti Riccardo Iacona, Flavia Fratello e Loredana Lipperini, le attrici Lunetta Savino e Paola Minaccioni. Destinata al Parlamento, ci battiamo affinché sia discussa al più presto e diventi quanto prima legge dello Stato.
Il 3% dei soldi confiscati alle mafie al diritti allo studio (2013)
Nel 2013 abbiamo elaborato una proposta integrativa al Codice Antimafia per la destinazione del 3% dei soldi confiscati alle mafie al finanziamento del Fondo integrativo statale per la concessione di borse di studio agli studenti meno abbienti. La proposta è stata accolta e portata in Parlamento dalla deputata, ex portavoce di daSud, Celeste Costantino ((ex SEL e SI, ora LeU)) e approvata dalla Camera nel 2013 tramite emendamento al Decreto Istruzione. Una grande vittoria per l’antimafia, per i giovani e per il diritto allo studio che tuttavia ancora oggi, nonostante i continui richiami, non trova applicazione e ci vede impegnati in una costante e faticosa battaglia per la sua attuazione.
Il protocollo “Municipi Senza Mafie” (2013)
Gestione degli appalti pubblici, strategie contro la corruzione, contrasto del gioco d’azzardo, valorizzazione dei beni confiscati, formazione e istruzione. Sono i cinque punti strategici del Protocollo “Municipi Senza Mafie”, la carta d’intenti che abbiamo lanciato nel 2013 e che è stata sottoscritta da tutti i presidenti dei Municipi di Roma Capitale, con l’obiettivo di mettere in pratica azioni concrete di prevenzione e contrasto del radicamento mafioso nel territorio. Primo documento nel suo genere a Roma, il protocollo si proponeva di dare seguito non a promesse simboliche, ma a impegni precisi, concreti e verificabili. A un anno di distanza da tale sottoscrizione, abbiamo fatto il punto su “Municipi Senza Mafie”, per rendicontare i risultati delle attività svolte dai municipi e quello che è emerso è un quadro preoccupante per l’intera città.
Altre proposte
Tra le altre proposte politiche ci sono quella del Reddito minimo garantito in funzione antimafia che renderebbe più difficile l’arruolamento delle fasce sociali più deboli nella criminalità organizzata e quella sul rilancio delle periferie come antidoto alla fascinazione dei clan da parte di quei giovani, meno fortunati, che nascono e crescono nella povertà economica, sociale e culturale delle periferie d’Italia che faticano a uscire da una condizione di “eterna” emergenza.