Roma, 25 Maggio 2020 – Lo scorso novembre, insieme alle realtà di ÀP – Accademia Popolare dell’antimafia e dei diritti, abbiamo avviato un ampio percorso di informazione, denuncia e azione che abbiamo provocatoriamente chiamato “MaiDireMafia” con l’obiettivo di costruire un’inchiesta partecipata capace di mappare dal basso il potere criminale a Roma. È nell’ambito di questo percorso e del lavoro educativo che portiamo avanti attraverso il progetto di ÀP, che è emersa l’urgenza di ascoltare i più giovani per comprenderne meglio i pensieri, i dubbi e le necessità rispetto a un tema così essenziale, per il loro presente e il loro futuro, come quello delle mafie.
Ne è nata un’indagine conoscitiva, la prima sulla percezione del fenomeno mafioso in relazione alla droga e alla sicurezza tra gli studenti romani, che abbiamo realizzato con la collaborazione dell’istituto di ricerca IRIAD. Condotta, tra febbraio e aprile 2020, su un campione rappresentativo della popolazione studentesca della città di Roma per genere, indirizzo scolastico e zona di residenza, l’indagine ci restituisce una fotografia preoccupante della percezione dell’universo esplorato preoccupante.
I risultati mostrano chiaramente che, malgrado tutti gli sforzi educativi compiuti fino ad oggi e al netto degli innumerevoli progetti sulla legalità, l’antimafia e la cittadinanza, il livello di conoscenza dei più giovani in merito alla situazione criminale e mafiosa della propria città è molto basso, come pure il livello di consapevolezza dei rischi connessi. Elenchiamo di seguito i dati più significativi emersi per ogni macro area indagata.
GIOVANI ROMANI SU MAFIE IN CITTÀ
Per il 54% degli studenti, la tipologia di organizzazioni criminali più presenti a Roma sono le mafie straniere. I clan autoctoni (Casamonica, Spada) sono indicati solo dal 13,5% dal campione intervistato, il cui 81% afferma di sapere poco o nulla dell’inchiesta “Mondo di mezzo”: una percentuale che invece si ribalta se il quesito proposto fa riferimento all’espressione più comune “Mafia Capitale”.
GIOVANI ROMANI SU MAFIE E DROGA
Per quanto concerne la percezione delle mafie in relazione alla droga, gli studenti che frequentano un istituto tecnico/professionale e risiedono in periferia hanno una maggiore consapevolezza del rischio rispetto a chi frequenta un liceo e vive in zone centrali. In generale l’attività di spaccio di sostanze stupefacenti è ritenuta meno dannosa di non gestire in maniera corretta la raccolta differenziata dei rifiuti (72,2% contro 80,3%).
GIOVANI ROMANI SU MAFIE E SICUREZZA
In merito alla percezione delle mafie rispetto alla sicurezza, le infiltrazioni mafiose sono ritenute allarmanti solo dal 9% degli studenti, mentre a rappresentare la principale causa di insicurezza nella città di Roma è il degrado urbano (21,7%).
Da un’attenta lettura dei dati, in base alla nostra esperienza educativa e sociale, tre sono le principali concause che generano insufficiente informazione e consapevolezza nella popolazione studentesca romana. Ovvero:
- la ripetuta mancanza di confronto fra istituzioni, corpo docente e studenti, momento necessario per la creazione di una relazione educativa proficua;
- le carenze strutturali di un sistema scolastico che non ha saputo fornire agli studenti le conoscenze e gli strumenti necessari per comprendere al meglio un tema così essenziale. Una inadeguatezza che appare ancor più grave tenendo in considerazione gli sforzi educativi compiuti e gli innumerevoli progetti sulla legalità, l’antimafia e la cittadinanza – fra cui non mancano brillanti eccezioni – condotti in questi anni.
- l’altrettanto scarsa conoscenza e consapevolezza del tema da parte della città e di quel mondo adulto che neppure dopo recenti sentenze ha saputo o voluto accettare e riconoscere, per avviare azioni di contrasto, la presenza e il ruolo crescente dei clan a Roma.
Sulla scia di questi risultati, a ridosso del 28° anniversario della strage di Capaci, abbiamo rivolto lettera aperta alle istituzioni e alla città per denunciare a Comune, Regione, MIUR e Governo gli enormi rischi a cui il tessuto cittadino è esposto e per delineare le opportunità da mettere in campo.
Non può e non deve infatti stupire che – in un contesto di maggiore scarsità di risorse da parte delle famiglie per via dell’emergenza economica e sociale provocata dal Coronavirus, di sostanziale fallimento della didattica a distanza per le fasce più deboli della popolazione, di nuove solitudini – possano tornare a crescere i numeri dell’abbandono scolastico a favore della strada più semplice per la sopravvivenza: la criminalità.
Come ha affermato il nostro presidente Danilo Chirico: “L’opportunità che le istituzioni e la città dovranno saper cogliere è collegata a un necessario e rapido ripensamento strategico non solo di quei luoghi, come la scuola e le periferie, dove le diseguaglianze sono maggiori e diventano più visibili, ma anche dei metodi e degli strumenti da mettere in campo”.
Anche alla luce dell’emergenza CoVid-19, che da sanitaria è diventata economica, sociale ed educativa, dal nostro punto di vista si pone come necessaria la sottoscrizione di un nuovo patto sociale tra scuola, istituzioni, terzo settore e mondo della cultura per rendere prioritarie:
- la scuola: una grande alleanza educativa strategica con il terzo settore più innovatore, con il mondo della cultura, con istituzioni territoriali per affrontare fino in fondo le diseguaglianze e promuovere la circolazione di competenze e opportunità, valorizzando, modellizzando e diffondendo le esperienze di collaborazione tra scuola e territorio dove l’integrazione del Piano dell’offerta formativa è già realtà.
- l’antimafia in classe: l’avvio di un confronto serrato con dirigenti e insegnanti volto a pianificare gli interventi per esercitare e praticare l’antimafia tra i banchi.
- le periferie: il recupero e la valorizzazione di spazi abbandonati, dismessi, inutilizzati perché vengano trasformati in centri generativi e inclusivi per le persone e le comunità, luoghi in cui possano ritrovarsi competenze capaci di promuovere l’innovazione di pratiche culturali, artistiche ed educative.
- l’antimafia popolare: dare vita con Comune, Regioni, forze sociali, economiche e culturali ad una Assemblea generale dell’antimafia a Roma, un luogo permanente di riflessione profonda, partecipata, diffusa, popolare e senza sconti su come la città e la comunità che la abita stanno cambiando a causa della presenza indisturbata dei clan.
Come ricorda ancora il nostro presidente Danilo Chirico, “stiamo vivendo la più grande crisi economico-sociale che il Paese abbia conosciuto dal dopoguerra ad oggi e siamo a poco più di un anno dalle prossime elezioni amministrative a Roma. Ci attende un periodo di grandi trasformazioni sulle quali è fondamentale discutere per cercare di dare una nuova identità e nuove funzioni ai servizi pubblici, all’istruzione, al Paese, alle città. Noi per parte nostra, sin d’ora mettiamo a disposizione anche un momento pubblico di discussione: l’8, 9 e 10 ottobre, date in cui organizzeremo il nostro annuale festival Restart”.
Il rapporto completo e la lettera aperta sono disponibili a questo link:
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Manda la tua adesione all’indirizzo email: maidiremafia@nexusmedia.it/das