“L’omicidio di Sesto Corvini a Casal Palocco, le modalità tipicamente mafiose con cui è avvenuto, i rapporti e le relazioni pericolose che emergono in queste ore sulle attività dell’imprenditore sono fatti inquietanti ed estremamente preoccupanti, che meritano la giusta attenzione da parte di tutti”. Lo sostiene l’associazione antimafie daSud. Che aggiunge: “Così finora non è stato: le istituzioni romane, regionali e nazionali, la politica e la società civile hanno sottovalutato colpevolmente il tema mafie permettendo ai clan di acquistare sempre maggiore forza e consenso nel tessuto vivo della città”.
“Come abbiamo scritto nel nostro dossier #romacittàdimafie, e come emerge in maniera chiara dall’inchiesta su Ostia della scorsa estate – spiega l’associazione – le cosche acquisiscono ogni giorno nuovi spazi, controllano maggiori porzioni di territorio, aumentano il giro d’affari legato alla droga, trovano nuove complicità, diventano sempre più protagoniste dell’economia – legale e illegale – della città”. A dimostrazione, continua l’associazione, “che la strategia miope e irresponsabile della politica e delle istituzioni di tenere i riflettori lontano dalla questione mafia ha fallito. A danno della giusta esigenza di sicurezza dei cittadini e degli imprenditori e operatori commerciali onesti”.
“E se bisogna avere fiducia nelle indagini della magistratura sull’esecuzione di Casal Palocco – precisa daSud – è necessario che in genere ciascuno faccia la propria parte. A partire dalla politica che non deve più farsi scudo delle attività delle associazioni o delle forze dell’ordine, che non deve andare alla ricerca di scorciatoie, ma deve assumersi fino in fondo – come mai è avvenuto fino a oggi in questa città e in questa regione – la responsabilità di schierarsi in prima linea e concretamente contro i clan, a difesa dell’economia pulita e per la tutela dei territori più a rischio”. Di qui le richieste immediate all’Amministrazione comunale: “Il sindaco Ignazio Marino apra immediatamente il confronto con la città e le associazioni che faranno la propria parte e, come primo atto politico, lavori per una convocazione immediata di un consiglio comunale aperto sulle mafie a Roma. In quella sede illustri alla città la strategia della sua amministrazione sui clan dando vita, per esempio, a un’agenzia comunale antimafie. Non c’è più tempo da perdere”.