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Il direttivo

Vito
Foderà

Presidente, responsabile progetti audiovisivi

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Foderà

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Carmen Vogani

Vicepresidente, giornalista e attivista

Carmen Vogani

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Danilo Chirico

Consiglio direttivo, responsabile relazioni istituzionali

Danilo Chirico

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Avere vent’anni

“Ricostruire memoria, condivisa dal basso e non riconciliata dall’alto. Mettere in rete le competenze, del Sud e per il Sud. Elaborare idee innovative e di resistenza per il Mezzogiorno. Ragionare attorno a una nuova e originale identità meridionale. Contribuire a costruire un nuovo movimento antimafia”. Con queste parole d’ordine il 25 settembre del 2005 nasce l’associazione antimafie “daSud”. A promuoverla un gruppo di donne e uomini che – lo denuncia il nome che hanno scelto per l’associazione – proviene dalle regioni del Mezzogiorno e vuole sperimentare con un punto di vista meridionalista percorsi di comunicazione, cultura, memoria, identità e ricercano, attorno a progetti concreti, alleanze possibili tra cittadini, intellettuali, associazioni, artisti e buona politica.

Sono le linee che muoveranno l’associazione, sin dal primo progetto nel 2006. Si chiama “Memorie estorte” e ha come obiettivo recuperare le storie delle vittime innocenti della ‘ndrangheta e decostruire la falsa idea che la Calabria non abbia avuto un movimento di contrasto ai clan. Nascono libri “Il sangue dei giusti” sulla storia delle vittime innocenti Ciccio Vinci e Rocco Gatto, “Il caso Valarioti” sulla storia di Giuseppe Valarioti ucciso nel 1980 e “Dimenticati. Vittime della ’ndrangheta”. Molti anni più tardi, nel 2021, viene pubblicato “Storia dell’antindrangheta”, che per la prima volta ricostruisce tutte le vicende che hanno riguardato il movimento antindrangheta.

A cavallo tra il 2007 e il 2008 nasce anche il primo evento dell’associazione: “La Lunga Marcia della Memoria per il Quarto Stato dell’anti-’ndrangheta”. In collaborazione con altre associazioni, daSud promuove il restauro del murale antindrangheta di Gioiosa Ionica in Calabria (realizzato nel ’78 in memoria di Rocco Gatto) e che rischia di scomparire. Dopo una campagna nazionale, che coinvolge artisti e rappresentanti istituzionali, il murale viene recuperato e inaugurato il 27 luglio 2008. Il murale è un linguaggio che ha caratterizzato la storia di daSud anche a Roma: nel 2014 viene realizzato il primo murale antimafia della Capitale, alla Collina della Pace, ad opera dello street artist Diavù.

Nel solco del recupero della memoria, nel 2009 “La Lunga Marcia della Memoria” è dedicata “alle strade e alle piazze antimafia” con centinaia di intitolazioni simboliche in tutta Italia per riscrivere per un giorno la toponomastica delle città e comporre nuovo mosaico della memoria antimafia. Nel 2010 la manifestazione è dedicata ai nuovi linguaggi antimafia e alla libertà d’espressione con eventi in tutte le regioni meridionali. La Lunga Marcia della Memoria va avanti fino al 2014. Dal 2015 al 2023 invece l’associazione lancia il festival delle creatività antimafia e dei diritti “Restart”: si tratta di una kermesse che diventa palcoscenico di produzioni originali, interazioni inedite tra artisti, di un momento di riflessione e discussione sull’antimafia e la società, di un luogo in cui le battaglie e i percorsi personali, professionali e artistici di chi ogni giorno con il proprio lavoro e impegno svolge un’importante funzione in chiave antimafia trovano voce e vengono premiate. Tra i personaggi che hanno partecipato ci sono Brunori Sas, Colapesce, Fiorella Mannoia, Damiano e Fabio D’Innocenzo, Matteo Garrone, Ninni Bruschetta, Iaia Forte, Laura Boldrini, Valeria Fedeli, Fabrizio Barca, Luigi Maconi, Riccardo Noury, i magistrati Paola Di Nicola, Stefano Musolino, Francesco Cascini, i giornalisti Domenico Iannacone e Annalisa Cuzzocrea, lo scrittore Sandro Veronesi e molti altri. Il festival viene dedicato negli anni, tra gli altri, a Danilo Dolci, Giuseppe Valarioti, Alex Langer, Leonardo Sciascia.

Altri festival e rassegne artistiche e culturali negli anni sono state organizzate da daSud. Un festival di teatro civile indipendente dedicato a Mauro Rostagno, organizzato con la compagnia Ragli. E poi i libri e la scrittura, con “Under, Festival di nuove scritture”, con la direzione artistica della scrittrice Giulia Caminito, premio Campiello 2021, dedicato all’incontro tra giovani autori e autrici e con studenti e studentesse, la rassegna di saggisticaVista da qui – La democrazia” e l’ “Officina “Lara Facondi – Scuola di pensiero e scrittura oltre lo stereotipo”, curata dalla scrittrice Elvira Mujčić e dedicata alla memoria della giornalista e attivista Lara Facondi. Anche il cinema è stato protagonista dell’attività di daSud. Tra le rassegne c’è stata “Altre visioni”, dedicata al grande cinema italiano e ai personaggi della settima arte organizzata con la collaborazione del Centro Sperimentale di Cinematografia  e del ministero della Cultura (che ha visto tra i suoi ospiti Marco Bellocchio, Paolo Virzì, Damiano e Fabio D’Innocenzo, Giuliano Montaldo, Francesco Bruni, Giorgio Tirabassi). Il tentativo è stato quello di offrire un’’offerta culturale il più possibile ampia e innovativa che fosse un’opportunità per gli abitanti dei quartieri della Capitale e l’occasione per una discussione pubblica sul Paese – l’educazione, l’antimafia, i diritti, la produzione culturale. È lo spazio di riflessione e produzione artistica (daSud produce dischi, spettacoli teatrali, videoclip, documentari, etc) per provare a modificare l’immaginario delle mafie e dell’antimafia. daSud promuove infatti la necessità di una estetica dell’antimafia come strumento di aggregazione e contrasto ai clan e quello dell’antimafia felice. Se infatti nel mondo del cinema e della televisione c’è una contrapposizione tra il fascino del male e lo scarso appeal del bene, così nella rappresentazione dell’antimafia c’è l’idea dell’eroe solitario, di chi è pronto al sacrificio per affermare i suoi ideali di onestà, di chi è disponibile martirio pur di contrapporsi al boss e al suo strapotere. A questa impostazione, che ha come conseguenza l’estraneità alla battaglia antimafia di gran parte delle persone e l’affermazione della delega (al magistrato, allo scrittore, al giornalista sotto scorta), daSud contrappone un nuovo modello che si basa su alcune linee programmatiche: il lavoro sulla ricostruzione della memoria (e quindi di un’identità comune), la decostruzione del modello binario e manicheo del buono e del cattivo, del bianco e del nero nella dinamica tra mafia e cittadini, l’affermazione di un racconto delle mafie realistico, l’uso del concetto di giustizia sociale in contrapposizione a quello astratto di legalità, la battaglia per i diritti e le libertà di tutti che diventano motivo per un’antimafia collettiva, che crea comunità e identificazione. Di qui le campagne contro gli stereotipi e l’utilizzo dei nuovi linguaggi creativi pop come musica, murales, video, grafica e fumetti che si pone l’obiettivo di raggiungere fasce sociali e generazionali diverse e solitamente disinteressate al tema mafia. È l’antimafia popolare, di tutti e ciascuno, che supera persino il concetto dell’antimafia sociale delegata ai gruppi associativi. Su questo solco anche la nascita della web radio RadiodaSud (e oggi di daSud Podcast) e l’avvio di percorsi di formazione nelle scuole e nelle università chiamati daSud Lab.

È nel solco della memoria – e anche dell’innovazione dei linguaggi – il progetto “Libeccio”, avviato nel 2009 in collaborazione con Round Robin Editrice che vede nascere la prima collana di graphic novel che raccontano le storie delle vittime della criminalità organizzata. È il fumetto il protagonista – nel 2015 – di Mc Mafia, la prima mostra su mafia, camorra e ‘ndrangheta nella storia del fumetto, che si tiene al Museo di Roma in Trastevere: 101 opere originali dei più importanti autori italiani. E anche della mostra di disegni multimediali Wall Strip organizzata all’Ara Pacis di Roma mel 2014 con un’opera dell’artista Makkox.

Nel 2010 daSud avvia la sua riflessione sul lavoro e i fenomeni migratori e, dopo la rivolta dei migranti di Rosarno contro i caporali, pubblica il dossier “Arance insanguinate” in cui denuncia la presenza della ‘ndrangheta nell’agricoltura della Piana di Gioia Tauro. È una denuncia che cambia l’immaginario su quel territorio e che sarà confermato dalle inchieste della magistratura. Di agricoltura, mafie, caporalato e rapporto l’associazione torna a occuparsi con il dossier e la campagna #FilieraSporca contro il caporalato in agricoltura promossi con l’associazione Terra e con la campagna +Terra=+Lavoro+Diritti che punta alla valorizzazione delle terre pubbliche abbandonate nel Comune di Roma e alla creazione di nuova occupazione. Una campagna che determinerà l’apertura di bandi pubblici per i giovani agricoltori.

Nel 2011 daSud lancia “Le mafie ci uniscono”, la campagna multimediale di comunicazione realizzata in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Le campagne di comunicazione sono uno dei tratti caratteristici dell’azione dell’Associazione daSud. In quello stesso anno aggiunge un tassello fondamentale nel percorso di costruzione di un’identità antindrangheta e fonda il primo archivio multimediale sulla ‘ndrangheta che si chiama Stopndrangheta.it. Negli anni a seguire Stopndrangheta diventerà un progetto con una sua autonomia.

Nel 2012 l’attenzione viene concentrata sulle donne. Perché c’è un altro stereotipo che l’associazione daSud mira a decostruire: il presunto codice d’onore delle mafie secondo il quale i clan non ucciderebbero donne e bambini. Tutto falso. daSud lo dimostra con due dossier dal titolo “Sdisonorate” che per la prima volta raccoglie e mette insieme la storia di 150 donne uccise dai clan. Contro la violenza sulle donne nasce la campagna #1oradamore, per l’introduzione dell’educazione sentimentale nelle scuole che diventa anche una proposta di legge. La proposta di destinare il 3% dei soldi sottratti alle mafie al finanziamento delle borse di studio arriva invece in Parlamento e diventa legge dello Stato come emendamento al decreto scuola del 2014 ad opera della deputata Celeste Costantino.

Intanto dal 2009 l’associazione daSud apre la sua prima sede a Roma, nel quartiere Pigneto, dove nasce la prima mediateca sulle mafie e l’antimafia dedicata a “Giuseppe Valarioti” e dove l’associazione daSud decide di allargare la sua sfera di interesse anche alle mafie romane. Nascono così tra il 2010 e il 2012 i dossier “Roma Città Di Mafie”, che racconta la storia delle mafie nella Capitale (che è servito anche a lanciare il provocatorio Roma Mafie Tour nei luoghi simbolo della mafia capitolina), “Roma tagliata male” che ricostruisce il sistema della droga e la capacità pervasiva dei clan (e che ha dato il là alla campagna di comunicazione #Fattidimafia), e Mammamafia, che descrive per la prima volta il welfare parallelo che le mafie sono in grado di offrire a decine di migliaia di persone a Roma. Nel 2018 l’associazione si occupa del rapporto tra Giovani mafie e periferie con il dossier Under. Due anni più tardi l’associazione torna a occuparsi dei giovani con il primo rapporto indagine conoscitiva su La percezione del fenomeno mafioso in relazione alla droga e alla sicurezza tra gli studenti romani” e la campagna per un’inchiesta partecipativa sulle mafie #MaiDireMafia.

Nell’ambito delle attività sulle mafie a Roma daSud si rende protagonista anche di due protocolli istituzionali. Il primo è “Municipi senza mafie”, sottoscritto nel 2012 con il quale i presidenti di tutti e quindici i municipi romani si impegnano ad applicare cinque buone pratiche amministrative contro i clan. Il secondo, promosso insieme all’associazione Avviso Pubblico, Enti locali e Regioni contro le mafie, si chiama invece “Roma senza mafie” ed è stato sottoscritto in campagna elettorale per le elezioni comunali del 2021 dai principali candidati a sindaco. L’associazione daSud ha anche promosso la costituzione del primo osservatorio municipale contro le mafie di Roma istituito presso il municipio 7 della Capitale. Grazie a una proposta dell’associazione daSud nel 2024 Roma Capitale ha intitolato un giardino a Giuseppe Valarioti, vittima innocente della ‘ndrangheta.

È nella relazione di collaborazione ma anche di critica, conflitto e autonomia con le istituzioni che nasce l’idea di daSud del “tempo di maleducare”. L’analisi di daSud prende le mosse dalla constatazione che il Vecchio Continente, sta vivendo una crisi economica, ecologica, sociale, persino sanitaria epocale. E che anche chi sinora ha guidato i processi istituzionali ed economici si trova di fronte a situazioni inedite, difficili da affrontare, di cui non conosce contorni, percorsi, esiti. Dentro questo quadro ricco di incognite si possono creare nuovi spazi di agibilità per i grandi temi del nostro tempo (sanità e scuola, ricerca e pubblica amministrazione, tecnologie e modelli produttivi) e anche negli ambiti su cui lavora daSud e cioè la cultura e l’educazione, la giustizia e le politiche locali, la sicurezza e l’antimafia. daSud ha creduto e crede che sia arrivato “il tempo di maleducare” che significa ridefinire l’idea dell’impegno pubblico e del potere, rielaborare un discorso politico basato sulla competenza e l’esperienza, riappropriarsi del senso della complessità delle cose, farsi carico di scelte rigorose, magari dolorose, negli interlocutori. Di qui la necessità di riprendere in mano alcune parole chiave come “complessità” (nell’analisi delle mafie) in contrapposizione a un’antimafia che gioca sulla semplificazione a tutti i costi. Perché le mafie sono un fenomeno complesso, da leggere, capire e interpretare. Pertanto – come una sorta di atto di maleducazione, di disobbedienza – daSud crede si debba riabilitare e ridefinire il concetto dei “professionisti dell’antimafia”, espressione usata in maniera negativa e che invece deve significare che pur in un quadro di antimafia popolare, il movimento non può rinunciare agli specialisti, alle sue persone che studiano, alla sua intellettualità. E poi “conflitto” in contrapposizione all’antimafia che ha privilegiato un rapporto piegato sulle istituzioni al rapporto dialettico con chi le rappresenta. E anche “politica” che significa smentire chi dice che l’antimafia non ha colore politico affermando che invece l’antimafia – come insegna la sua storia – deve esprimere il suo punto di vista politico sulla realtà. E deve farlo in un quadro di autonomia dalla magistratura. C’è un nuovo gioco da fare (quello della lotta alla mafia), dove sono cambiati gli avversari, le regole e persino il campo. Chi non coglie questo cambiamento – è l’analisi di daSud – rende il suo gioco inefficace, inutile.

Un nuovo passo in avanti arriva nel 2016 quando trova finalmente compimento un’idea generata nel 2008. Nasce ÀP, Accademia Popolare dell’antimafia e dei diritti. Ha sede negli spazi sotto-utilizzati e ristrutturati di una scuola della periferia sud-est della Capitale, l’IIS Enzo Ferrari ed è diventato un hub educativo, culturale e sociale contro la dispersione scolastica e per produzione artistica sulle mafie e i diritti. Viene recuperata una biblioteca abbandonata, vengono inaugurati un cinema (alla prima ha partecipato Carlo Verdone), un teatro, una mediateca, un fondo di fumetti, uno spazio per i bambini. Dal 2024 daSud e l’Accademia Popolare hanno dato vita a due percorsi associativi autonomi.

C’era bisogno per un verso di un nuovo inizio per una nuova stagione dell’antimafia nel nostro Paese e anche di una scelta che servisse a tutelare e conservare la storia, il punto di vista critico e l’identità di daSud. Per questa ragione, nel dicembre del 2024 nasce una nuova sperimentazione: il primo Media Civico antimafia.

La storia dei prossimi venti anni è tutta da scrivere.