
Contenti delle risposte e soddisfatti per il primo giorno di riprese del documentario avevamo in cuor nostro una certezza: che a breve ci saremmo organizzati per tornare in Sicilia.
Ed eccoci qui. A Palermo, fine novembre. Un mese esatto dalle elezioni regionali. E vicini ai giorni dell’insediamento della giunta. Per la prima volta un presidente di centrosinistra, con un chiaro passato antimafia, entra da vincitore alla Regione Siciliana grazie ad una coalizione atipica (che vede il Pd alleato con l’Udc). Ma la rivoluzione, slogan della sua campagna elettorale, pare averla fatta davvero il Movimento 5 stelle che, sfruttando appieno i 18 giorni nell’Isola di Beppe Grillo, sconvolge tutti gli exit poll e risponde a due esigenze degli elettori siciliani: la protesta e il rinnovamento della classe dirigente. Avviene così che insieme alle vecchie facce dei parlamentari siciliani, siano arrivati all’Ars tanti giovani under40, la maggior parte di loro, appunto, “grillini”.
E poi c’è la mafia, che non riusciamo a toglierci dalla testa. Che ruolo hanno avuto i clan in questa tornata elettorale? Secondo Antonio Ingroia la mafia si è astenuta, “per stare alla finestra in attesa di vedere se riesce a stringere nuovi patti”. Dello stesso avviso l’Espresso, che con un articolo a firma di Lirio Abbate, entra nel merito del voto degli uomini della mafia nelle carceri: del Pagliarelli in particolare dove ha votato solo un detenuto su 1.300. Questi segnali sono sufficienti?
Possibile che una tornata elettorale abbia cambiato la Sicilia, la terra dei Gattopardi? Con queste premesse e per rispondere anche a questa domanda ClubSilencio e l’associazione daSud hanno deciso di girare insieme un instant doc, per fare un ritratto della Sicilia del post elezioni, una terra di contraddizioni, speranze e trasformazioni.
Per questo siamo a Palermo. Io, Corrado, Lucia, Gaspare e Matteo. On the road per tutta l’isola. Alla ricerca di storie di resistenza, di speranza, di cambiamento. Per conoscere i giovani che animano le grandi città e i piccoli paesi di frontiera. Quelli che fanno i giornalisti, i ricercatori, i politici, dentro e fuori i partiti. Quelli che hanno scelto di non trasferirsi mai e quelli che invece stanno per andare a vivere dall’altra parte del mondo. Quelli che hanno scelto di non scendere a nessun compromesso.
Ci aspettano sette giorni in Sicilia, da Catania a Trapani, da Messina a Caltagirone. Per incontrare il sostituto procuratore di Palermo Lia Sava, i giornalisti Giuseppe Pipitone, Antonio Fraschilla e Massimiliano Nicosia, lo studioso di reti mafiose Attilio Scaglione, i pescatori di Trapani, gli studenti universitari siciliani, i banchisti del mercato del Capo e della pescheria di Catania, il sindaco di Palagonia Valerio Marletta, il nuovo assessore regionale al Turismo e Spettacolo Franco Battiato, i parlamentari under40 dell’Assemblea regionale, Claudia La Rocca, Fabrizio Ferrandelli, Toti Lombardo e tantissimi altri semplici ed eccezionali siciliani.
Vi diremo dopo com’è andata. Di sicuro ve lo faremo vedere presto.
27 novembre 2012, Palermo
Luca