25 novembre 1960: tre donne, tre sorelle considerate rivoluzionarie, venivano torturate, massacrate, strangolate e abbandonate in un burrone. Accadeva nella Repubblica Dominicana del dittatore Trujillo ed è in ricordo di quel brutale femminicidio che ogni 25 novembre in tutto il mondo si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Ancora oggi, nonostante siano passati 55 anni da quel terribile evento e 16 da quando ufficialmente se ne celebra la memoria (è del 1999 l’istituzione della Giornata mondiale da parte dell’Onu), quello della violenza sulle donne è un problema lungi dall’essere risolto.
Basti sapere che solo in Italia, a giugno 2015, secondo dati Istat, sono 6 milioni 788 mila le donne che hanno subito nel corso della propria vita una violenza fisica o sessuale. Si tratta del 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni: praticamente quasi una su tre. Numeri allarmanti a cui non si possono non sommare i 152 femminicidi avvenuti solo nel penultimo anno (2014), sempre in Italia. Ecco perché contrastare questo fenomeno è un obbligo, oltre che un dovere, che presuppone prevenzione.
La scuola in questo senso può fare tanto, ad esempio fornire agli adulti di domani gli strumenti per una lettura paritaria delle relazioni di genere. Lo dice l’art.14 della Convenzione di Istanbul che chiede ai Paesi che l’hanno ratificata di introdurre una forma di educazione all’affettività nelle scuole come strumento di prevenzione alla violenza sulle donne, oltre che all’omofobia e al bullismo.
Rientra proprio in quest’ottica #1oradamore: la campagna lanciata un anno fa da Associazione daSud che su Change.org ha raccolto quasi 30 mila firme a sostegno della proposta di legge presentata dalla deputata Celeste Costantino per l’introduzione dell’educazione sentimentale nelle scuole. A distanza di più di un anno, stentiamo tuttavia a vedere trasformata in legge quella proposta. Eppure ce lo chiede l’Europa.
Info: http://chn.ge/1ySuiEN