I giornalisti osservano la realtà e raccontano i fatti. Se sono bravi come Giovanni Tizian sanno guardare nelle pieghe delle cose e hanno la capacità di vedere lontano, dove gli altri non sanno farlo. Con parole chiare, dirette, pulite. Questo ha fatto in tanti anni Giovanni Tizian, questo continua a fare: il giornalista. Un lavoro prezioso che s’è intrecciato con la militanza nell’Associazione antimafie daSud: una passione civile condivisa e un impegno comune che vengono dal lontano 2008 e che ci porteranno tutti molto lontano.
I processi spettano ai magistrati ed è la giustizia a decidere della colpevolezza o innocenza degli imputati. Per questa ragione, ogni parola scomposta e fuoriluogo pronunciata con spavalderia dentro l’aula del tribunale di Bologna durante il processo Black Monkey altro non è che una minaccia volgare e un’intimidazionegrave, pesante, violenta. E inaccettabile. Soprattutto è una parola inutile: la professionalità e l’impegno dimostrati in questi anni da Giovanni nel racconto delle mafie in Emilia-Romagna e del malaffare in Italia non sono in discussione, non arretreranno di un passo.
Il lavoro di Giovanni è un patrimonio di tutti, il suo impegno un impegno condiviso, le sue inchieste le inchieste di tutti noi. Ogni minaccia o intimidazione a lui rivolta sono uno sfregio alla civiltà di questo Paese e una sfida a un intero movimento antimafia. Che è più forte di qualunque vigliaccheria. #iomiochiamogiovannitizian