Cade il velo di ipocrisia sulla città e Roma diventa Capitale delle mafie. La maxioperazione “Mondo di mezzo” con 37 arresti e 100 indagati svela un sistema mafioso perverso fatto di appalti truccati, usura, estorsione e riciclaggio che ha condizionato la vita politica ed economica della città per almeno un decennio. Fatti e reati gravi descrivono un quadro unitario degli affari criminali a Roma come l’Associazione daSud denuncia dal 2011 con dossier e inchieste, da “Roma città di mafie” all’ebook “Mammamafia. Il welfare lo pagano le mafie”.
L’indagine di oggi, finalmente racconta di un patto trasversale inquietante che tiene insieme boss, imprenditori, manager, funzionari, amministratori pubblici e politici di destra e sinistra, rappresentanti del mondo dell’associazionismo e del terzo settore e descrive come ha funzionato fino a ieri il sistema degli affari a Roma, quale ruolo le mafie abbiano svolto sul degrado delle periferie, quanta speculazione sia stata fatta sui migranti e i rom della città, quale sistema di corruzione abbia regolato i rapporti tra imprese e pubblica amministrazione, quali relazioni pericolose regolino i rapporti tra politica e pezzi significativi della storica eversione nera e l’estrema destra di oggi.
Soprattutto l’inchiesta di oggi racconta di una città che finora ha negato l’esistenza delle mafie e di una politica che sinora ha finto di non capire e non vedere e ha continuato a parlare di semplici infiltrazioni e piccole bande criminali.
A Roma le mafie sono sistema. E l’inchiesta di oggi, straordinaria, non ha certo svelato tutto il marcio. Il sodalizio con a capo Carminati come ha detto il procuratore Pignatone è solo uno dei tanti che opera su Roma. Il negazionismo e l’inerzia della politica e delle classi dirigenti sono serviti solo a farli agire indisturbati. Non è più il tempo dell’antimafia di facciata, serve subito un impegno trasversale che non deleghi l’antimafia solo ai magistrati.