Uno scenario di radicamento noto da anni e sottovalutato: seguire la traccia dei soldi
Comune e Regione facciano scatto in avanti
La commissione parlamentare Antimafia lanci offensiva su Roma
La maxi operazione della Direzione Investigativa Antimafia contro il clan dei Contini, che parte dalla Campania e svela il radicamento della camorra anche nel Lazio e in Toscana, conferma le nostre denunce. Una trentina i locali sequestrati stamattina, ristoranti e pizzerie aperte negli anni grazie a una lunga lista di prestanomi, imprenditori compiacenti, professionisti e consulenti complici ai quali i soldi delle mafie piacciono. E non si fatica a immaginare che la lista è destinata ad allargarsi.
Lo denunciammo nell’ultimo aggiornamento del dossier Roma Città di Mafie, presentato lo scorso giugno quando a bordo di un bus abbiamo fatto il Roma Mafie Tour per le strade del centro della città: si tratta di uno schema sempre più diffuso che si appoggia a relazioni pericolose vecchie e nuove mai del tutto chiarite. Riciclaggio, usura, pizzo, droga e gioco d’azzardo sono le facce della stessa medaglia, quella che per troppo tempo nessuno ha voluto vedere lasciando alle mafie un enorme vantaggio sul controllo del territorio e dell’economia.
Non è più il tempo dell’antimafia di maniera, è urgente l’assunzione di responsabilità delle istituzioni, da quelle di prossimità fino al Governo, che parta innanzitutto dalla conoscenza e dalla verità. Per questo abbiamo lanciato il protocollo Municipi Senza Mafie, per chiesto chiediamo uno scatto in avanti di Comune e Regione affinché superino in maniera sostanziale l’idea della delega alle forze dell’ordine e alla magistratura del loro impegno antimafia. E per questa ragione chiediamo alla Commissione parlamentare Antimafia di aprire subito un focus sulla città di Roma. Non è più tempo di timidezze e indugi: la politica e la società civile devono ciascuna fare la propria parte. Non c’è più tempo da perdere.