I fatti, i morti di Lampedusa sono sconvolgenti, lasciano senza forze e senza parole che non siano vuote e retoriche. La conta straziante delle vittime, l’immagine accecante dei cadaveri coperti dalle lenzuola sulle spiagge italiane sono un atto di accusa dirompente. Per il sistema economico mondiale, certo. Per i governi e le dittature africane, naturalmente. Ma sono soprattutto la conseguenza diretta dell’insufficienza, dell’incapacità, della distrazione, della malafede dei governi e dei parlamenti italiani.
Ci siamo svegliati con i video dei soccorritori in lacrime. Che sono crollati emotivamente per l’ennesima volta. Sebbene abbiano esperienza, sebbene recuperino nel mare di Lampedusa decine e decine di cadaveri ogni anno. Finora sono 94 i corpi recuperati, tra cui tantissimi bimbi. Ma sono ancora più di 250 i dispersi.
Lampedusa, Sicilia, Italia, Europa, Mondo. L’Isola non è un confine, non è una frontiera. Mentre continuiamo a chiudere gli occhi davanti alla inesorabile trasformazione in cimitero a cielo aperto del Mediterraneo.