Dove sono finiti i soldi confiscati alle mafie che dovevano essere destinati per il diritto allo studio? A distanza di un anno dall’approvazione dell’emendamento al Decreto Istruzione in cui si prevedeva l’uso del 3% del denaro confiscato alle mafie per finanziare le borse di studio, il Governo non ha dato seguito a una buona pratica antimafia. Si tratta di almeno 28 milioni di euro, se si considera che nel 2013 sono stati confiscati 940 milioni, che avrebbero garantito la copertura di circa 5-7 mila borse di studio.
Per questo stamattina l’Associazione daSud che ha elaborato la proposta integrativa al codice antimafia, la deputata Sel Celeste Costantino che l’ha accolta portandola alla Camera e facendola approvare e le organizzazioni studentesche Link e Udu, hanno tenuto una conferenza stampa alla Camera dei Deputati. “Ci aspettiamo che il Governo faccia immediatamente chiarezza sui fondi partendo dalle nostre stime e sui tempi di erogazione – spiega il responsabile Scuole e Università dell’Associazione daSud, Pasquale Grosso – deve avvertirla come priorità nei confronti di quelle migliaia di studenti che senza welfare sono costretti a rallentare o abbandonare il loro percorso formativo, soprattutto per quelli risultati idonei non beneficiari”.
“Le mafie hanno ipotecato il futuro di questo Paese facendo torto soprattutto ai giovani – dichiara la presidente di daSud, Cinzia Paolillo – lo avevano capito decenni fa Rognoni e La Torre quando hanno proposto una legge sui beni confiscati straordinariamente attuale che aggredisce il patrimonio dei clan, il contributo dell’Associazione daSud è stato quello di reinterpretarla e di dire che il modo migliore per combattere le mafie è redistribuire i soldi delle mafie ai giovani che quel futuro possono e devono ricostruire”.
IL VIDEO DELLA CONFERENZA STAMPA
COME FUNZIONA IL 3% CONFISCATO ALLE MAFIE PER IL DIRITTO ALLO STUDIO