La fiction che riscrive l’immaginario sulle mafie e l’antimafia. “Stai senza pensieri”, tra le più celebri battute della serie tv Gomorra, diventata subito tormentone, è la serata-evento andata in scena il 20 novembre al Centrale Preneste Teatro di Roma e organizzata dall’Associazione daSud, nell’ambito della rassegna “Se vent’anni vi sembrano pochi”.
Platea sold-out per l’attore Fortunato Cerlino, interprete nella serie del boss “Don Pietro Savastano” e l’head writer Stefano Bises, che si sono confrontati con l’associazione sugli “effetti” della serie tv nell’immaginario antimafia e su come le sue storie e i suoi personaggi abbiano segnato uno spartiacque con le altre serie tv, dalla Piovra degli anni ’80 in poi.
“Il racconto delle mafie deve passare attraverso nuovi linguaggi creativi e popolari per portare sul terreno dell’antimafia anche chi non c’è – ha spiegato Cinzia Paolillo, presidente di daSud –. Gomorra ha il merito di tenere insieme la complessità del racconto, senza per questo categorizzare bene e male e decostruendo gli stereotipi: dal ruolo delle donne nei clan al modus operandi delle mafie per creare consenso sociale. Per questo, per noi, Gomorra è antimafia”.
Cerlino ha sottolineato la scelta di raccontare il carcere: “Lì c’è vita e non possiamo girarci dall’altra parte – ha affermato – impensabile credere di poter confinare il male dentro quattro mura e non pensare alla sofferenza. Da anni non si raccontavano le carceri, Gomorra invece lo ha fatto”.
“Tutte le storie raccontate nella serie – ha aggiunto Bises – sono realmente accadute e ogni personaggio condensa le caratteristiche dei clan di camorra”. La parodia dei The Jackal? Bises ci scherza su: “Ci sta mettendo davvero in difficoltà. Impossibile scrivere non pensando ad effetti satirici sui dialoghi”.
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